Sfida di alto livello con la capolista Steans, senza Rustu (annata da dimenticare per il portierino turco, ancora infortunato. Già aveva iniziato la sua annata con qualche partita di ritardo, a causa di un altro malanno) e Shah squalificato. Mister Kiplagat fa buon viso a cattivo gioco e schiera Steinarsson in porta; difesa con Roberts, Fedorchenko, Villalba e Yum; Nestor in mediana; centrocampo Kane-Ndiaye; tridente offensivo Gabrielsen, Spoor e Scharner.
Giochiamo in casa e partiamo con il giusto ritmo, ma al primo affondo Steans ci trafigge: corre il 14’ e poco dopo Yum deve uscire per lasciare il posto a Caballero. Il giovane terzino, preso dalla foga agonistica, non rimane sul rettangolo che per un misero quarto d’ora, visto il rosso diretto che gli arriva al 33’. Sotto di un gol e di un uomo: gli ingredienti perfetti per il puntuale raddoppio di Steans sul finire del primo tempo. Non possiamo fare molto, se non metterla sull’orgoglio, ed effettivamente nella ripresa, complice un rilassamento della capolista, costruiamo di più, al punto che Spoor dimezza lo svantaggio al 67’. Se Steans è in vetta, un motivo ci sarà: i rossoneri non impiegano che un solo minuto per ristabilire le distanze, siglando quello che poi sarà il definitivo 1-3. Perdiamo una partita iniziata male e che, con il trascorrere dei minuti, è andata peggiorando. Albi vince e ora troviamo una classifica che si fa lievemente ostica per il nostro secondo posto: Steans vola a 22, noi ci fermiamo a 14 e Albi, con la BOT, seguono a 13. La qualificazione in UFFA è d’obbligo, non possiamo rischiare.
Prossimo match ufficiale è l’ultima del girone di UFFA contro un BOT ostico: una vittoria significherebbe sicura qualificazione ai quarti e sarà proprio quello il risultato che cercheremo.
Purtroppo sul fronte giovanili abbiamo perso il terzino sinistro Murphy, a causa di un problema contrattuale: per fortuna in quel ruolo non siamo messi male.
Utopia - Sala stampa
Qualificazione ansiogena
Ultimo turno di UFFA, si parte da tre pretendenti per due posti: Venticello a 14, Utopia a 13 e Beginners a 11. Solo la vittoria ci può dare la sicurezza del passaggio del turno, ogni altro risultato potrebbe creare spiacevoli esclusioni.
Scendiamo in campo senza Rustu, ancora infortunato, e i nostri undici sono Steinarsson in porta; difesa a quattro con Yum, Roberts, Fedorchenko e Kjellgren; Nestor in mediana; centrocampo composto da Ndiaye e Kane; tridente con Scharner, Gabrielsen e Alex.
Tensione palpabile, ci si gioca molto: partiamo bene e il nome che si fa sentire nella cronaca dei primi 45’ è Kane, mentre i nostri attaccanti rimangono in ombra. Il gol non arriva e le azioni languono: nella ripresa si segnala gran poco, ossia il cambio di Calabuig per Fedorchenko, ma siamo inchiodati e non troviamo vie di sfogo. Mestamente si resta sullo 0-0 fino al fischio finale, ma le notizie dagli altri campi ci sorridono: Venticello perde e Beginners vince, ma non con abbastanza gol di scarto. Ci ritroviamo tutti e tre a 14 punti, ma la differenza reti premia Venticello e noi: si va ai quarti, dove sfideremo Inter Corsano.
“Fiero dei miei ragazzi” ha detto mister Kiplagat “in questo girone, paradossalmente, non abbiamo fatto punti solamente contro il BOT, mentre con le altre due pretendenti abbiamo farro 4 punti su 6. Penso sia una qualificazione meritata”.
Ci sono state anche le convocazioni in nazionale: in porta Rustu è confermato e anche Steinarsson riceve la chiamata; difesa con una bella rappresentanza, con Yum, Fedorchenko e Roberts; sulla mediana il Messico reclama Nestor; centrocampo al gran completo con Kane, Ndiaye e Rosado che volano nei loro paesi; il parco attaccanti è il nostro punto forte, con Spoor, Alex, Smiljanic, Shah, Scharner e Gabrielsen reclamati a difendere i colori delle rispettive nazionali.
Scendiamo in campo senza Rustu, ancora infortunato, e i nostri undici sono Steinarsson in porta; difesa a quattro con Yum, Roberts, Fedorchenko e Kjellgren; Nestor in mediana; centrocampo composto da Ndiaye e Kane; tridente con Scharner, Gabrielsen e Alex.
Tensione palpabile, ci si gioca molto: partiamo bene e il nome che si fa sentire nella cronaca dei primi 45’ è Kane, mentre i nostri attaccanti rimangono in ombra. Il gol non arriva e le azioni languono: nella ripresa si segnala gran poco, ossia il cambio di Calabuig per Fedorchenko, ma siamo inchiodati e non troviamo vie di sfogo. Mestamente si resta sullo 0-0 fino al fischio finale, ma le notizie dagli altri campi ci sorridono: Venticello perde e Beginners vince, ma non con abbastanza gol di scarto. Ci ritroviamo tutti e tre a 14 punti, ma la differenza reti premia Venticello e noi: si va ai quarti, dove sfideremo Inter Corsano.
“Fiero dei miei ragazzi” ha detto mister Kiplagat “in questo girone, paradossalmente, non abbiamo fatto punti solamente contro il BOT, mentre con le altre due pretendenti abbiamo farro 4 punti su 6. Penso sia una qualificazione meritata”.
Ci sono state anche le convocazioni in nazionale: in porta Rustu è confermato e anche Steinarsson riceve la chiamata; difesa con una bella rappresentanza, con Yum, Fedorchenko e Roberts; sulla mediana il Messico reclama Nestor; centrocampo al gran completo con Kane, Ndiaye e Rosado che volano nei loro paesi; il parco attaccanti è il nostro punto forte, con Spoor, Alex, Smiljanic, Shah, Scharner e Gabrielsen reclamati a difendere i colori delle rispettive nazionali.
Tutti a segno
Doppio turno di campionato, la prima contro Devilock: siamo senza Shah e Caballero squalificati, mentre finalmente torna Rustu dall’infortunio. Mister Kiplagat sceglie un undici misto tra titolari e giovani di belle speranze. Da segnalare l’esordio assoluto di Strouhal al centro dell’attacco. Ecco la lista ufficiale: Rustu in porta; difesa con Calabuig, Brito, Villalba e Yang; Lyberopoulos in mediana; centrocampo con Rosado e Ndiaye; tridente Alex, Smiljanic e Strouhal.
Sebbene siamo in trasferta, al fischio d’inizio abbiamo la furia addosso: al 4’ primo angolo per noi e Rosado trova la sua prima rete con i nostri colori con una girata da fuori area. Al secondo affondo arriva il raddoppio: l’esordiente assoluto Strouhal trova il 2-0 con un colpo da maestro e siamo solo al 10’. Il risultato del match pare già in saccoccia, ma su un altro angolo al 18’ è Smiljanic che la caccia dentro di tacco. Devilock, nonostante il fattore campo, non sa cosa fare per reagire e lascia tutto in mano nostro, al punto che al 42’ Alex ciabatta un tiro, ma la piazza in rete comunque. L’intervallo recita un secco 4-0 sul tabellone luminoso e, saggiamente, mister Kiplagat fa risparmiare fiato ai suoi, senza promettere accelerazioni nella seconda frazione. In effetti i secondi 45’ sono decisamente meno ricchi di occasioni, ma non c’è motivo di infierire e trascorriamo la ripresa in modalità vacanza. Al fischio finale ci prendiamo i tre punti che ci permettono di mantenere un +1 sull’accoppiata Albi-BOT, desiderosi di qualificarsi per la prossima UFFA.
Tutti sufficienti in campo, voto minimo 7,5.
Prossimo impegno ancora campionato contro Torino, altro BOT, senza Caballero squalificato, ma torna Shah. Come sempre vorremmo vincere per riuscire a staccare il biglietto della qualificazione con anticipo. Solo il campo ci dirà se lo meritiamo.
Sebbene siamo in trasferta, al fischio d’inizio abbiamo la furia addosso: al 4’ primo angolo per noi e Rosado trova la sua prima rete con i nostri colori con una girata da fuori area. Al secondo affondo arriva il raddoppio: l’esordiente assoluto Strouhal trova il 2-0 con un colpo da maestro e siamo solo al 10’. Il risultato del match pare già in saccoccia, ma su un altro angolo al 18’ è Smiljanic che la caccia dentro di tacco. Devilock, nonostante il fattore campo, non sa cosa fare per reagire e lascia tutto in mano nostro, al punto che al 42’ Alex ciabatta un tiro, ma la piazza in rete comunque. L’intervallo recita un secco 4-0 sul tabellone luminoso e, saggiamente, mister Kiplagat fa risparmiare fiato ai suoi, senza promettere accelerazioni nella seconda frazione. In effetti i secondi 45’ sono decisamente meno ricchi di occasioni, ma non c’è motivo di infierire e trascorriamo la ripresa in modalità vacanza. Al fischio finale ci prendiamo i tre punti che ci permettono di mantenere un +1 sull’accoppiata Albi-BOT, desiderosi di qualificarsi per la prossima UFFA.
Tutti sufficienti in campo, voto minimo 7,5.
Prossimo impegno ancora campionato contro Torino, altro BOT, senza Caballero squalificato, ma torna Shah. Come sempre vorremmo vincere per riuscire a staccare il biglietto della qualificazione con anticipo. Solo il campo ci dirà se lo meritiamo.
Doppio Ndiaye in campionato
Malebolge Arena con oltre 3300 spettatori per accogliere il BOT Torino. Scendiamo in campo senza il solo Caballero, squalificato. I nostri undici rispondono ai nomi di Rustu in porta; terzini Calabuig e Yang, centrali di difesa Brito e capitan Roberts; il giovane Lyberopoulos in mediana; centrocampo con Ndiaye e Rosado; tridente Scharner, Shah e Strouhal.
Iniziamo bene, tenendo palla, e al 7’ c’è già la svolta: rigore a nostro favore con un rosso per il colpevole del fallo. Ndiaye si assume la responsabilità dagli undici metri e insacca con un forte tiro centrale. Passa una manciata di minuti e, su cambio di fronte, Lyberopoulos di forza sfonda le linee difensive del Torino e raddoppia. Ce la prendiamo allora comoda: margine accettabile e superiorità numerica, cosa chiedere di meglio? Al 19’ ci vediamo assegnare un altro penalty e Ndiaye torna sul dischetto, ma stavolta non la insacca. Sembra il sinistro presagio di un cambio di fortuna, visto che attorno alla mezzora siamo costretti a un doppio cambio: escono Calabuig e Scharner, entrano Yum e Spoor. Riusciamo a guadagnare l’intervallo senza subire e, ad inizio ripresa, Ndiaye si fa perdonare l’errore della prima frazione, con una bomba dai 25 metri. A questo punto i giochi sono davvero fatti: Torino mai pericoloso e noi facciamo arrivare il fischio finale senza infierire.
Si giocava anche Albi-Steans, scontro tra gli unici altri schieranti del campionato: scontata e larga vittoria per la capolista Steans, che rimane lassù a 28. Utopia seconda a 20, poi un miracoloso BOT a 19 e Albi, per ora, fuori dalla UFFA con 16 punti.
Rosa a totale disposizione per i quarti di UFFA contro Inter Corsano: sarà battaglia forte. In porta dovrebbe essere scontata la presenza di Rustu, come anche i terzini Yum e Kjellgren. La difesa centrale vede tre contendenti per due posti, ossia Fedorchenko, Villalba e Roberts. Mediana e centrocampo scritti, con Nestor-Kane-Ndiaye asse titolare. Nel tridente offensivo l’unico sicuro è Gabrielsen al centro: sulla sinistra ballottaggio Spoor-Alex e, sull’altro lato, Scharner-Smiljanic. Tutto è nella testa di mister Kiplagat.
Iniziamo bene, tenendo palla, e al 7’ c’è già la svolta: rigore a nostro favore con un rosso per il colpevole del fallo. Ndiaye si assume la responsabilità dagli undici metri e insacca con un forte tiro centrale. Passa una manciata di minuti e, su cambio di fronte, Lyberopoulos di forza sfonda le linee difensive del Torino e raddoppia. Ce la prendiamo allora comoda: margine accettabile e superiorità numerica, cosa chiedere di meglio? Al 19’ ci vediamo assegnare un altro penalty e Ndiaye torna sul dischetto, ma stavolta non la insacca. Sembra il sinistro presagio di un cambio di fortuna, visto che attorno alla mezzora siamo costretti a un doppio cambio: escono Calabuig e Scharner, entrano Yum e Spoor. Riusciamo a guadagnare l’intervallo senza subire e, ad inizio ripresa, Ndiaye si fa perdonare l’errore della prima frazione, con una bomba dai 25 metri. A questo punto i giochi sono davvero fatti: Torino mai pericoloso e noi facciamo arrivare il fischio finale senza infierire.
Si giocava anche Albi-Steans, scontro tra gli unici altri schieranti del campionato: scontata e larga vittoria per la capolista Steans, che rimane lassù a 28. Utopia seconda a 20, poi un miracoloso BOT a 19 e Albi, per ora, fuori dalla UFFA con 16 punti.
Rosa a totale disposizione per i quarti di UFFA contro Inter Corsano: sarà battaglia forte. In porta dovrebbe essere scontata la presenza di Rustu, come anche i terzini Yum e Kjellgren. La difesa centrale vede tre contendenti per due posti, ossia Fedorchenko, Villalba e Roberts. Mediana e centrocampo scritti, con Nestor-Kane-Ndiaye asse titolare. Nel tridente offensivo l’unico sicuro è Gabrielsen al centro: sulla sinistra ballottaggio Spoor-Alex e, sull’altro lato, Scharner-Smiljanic. Tutto è nella testa di mister Kiplagat.
Semifinale di rigore (grazie Smiljanic)
Quarti di finale di UFFA, partita pesante da affrontare al massimo dell’impegno e della concentrazione. Mister Kiplagat ha l’imbarazzo della scelta e opta per questo undici: Rustu in porta; terzini Yum e Kjellgren, mentre i centrali sono Fedorchenko e Roberts (Villalba finisce in panchina); Nestor in mediana e l’accoppiata Kane-Ndiaye a centrocampo; tridente che vede Gabrielsen al centro, come da pronostico, mentre sulle ali vincono il ballottaggio Spoor e Smiljanic.
Triplice fischio dell’arbitro e si comincia su questo prestigioso palcoscenico: in palio c’è la semifinale. L’Inter parte forte e noi risentiamo il colpo: giallo per Kane al 7’. Anche il direttore di gara si ritrova scombussolato, visto che regala un rigore ai nostri avversari, i quali puntualmente insaccano. Lo svantaggio ci frastorna e non riusciamo a renderci pericolosi. Il primo sussulto giallonero è al 22’ con l’accoppiata improvvisata Roberts-Kane, ma non andiamo in rete. Si passa a una fase di studio reciproco: Inter chiusa a difendere il vantaggi risicato, noi all’assalto delle barricate. Anche Ndiaye si vede sventolare il giallo sotto il naso al 39’, per poi andare negli spogliatoi per l’intervallo. La ripresa pare una fotocopia della prima frazione, con l’Inter che si impegna sul fronte offensivo. Al 58’ Yum deve lasciare il campo a Yang sulla fascia destra della difesa, andando a indebolire la retroguardia. Al 76’ arriva il rosso per un avversario, reo di aver apostrofato malamente mister Kiplagat: con un uomo in più, il sogno di riprendere il match non è più così impossibile. Si scaldano ancora gli animi, con Nestor che finisce a sua volta sul taccuino dell’arbitro. Lentamente ci si avvicina alla fine, ma ancora non troviamo la via del gol. Vengono concessi 3’ di recupero e, all’ultimo giro di lancette, ecco che accade l’incredibile: Smiljanic, con un micidiale rasoterra, ristabilisce il meritato equilibrio. Festeggiamenti smodati, al limite di un altro cartellino, ma ora c’è la lotteria dei rigori che dovrà decretare il vincitore.
Iniziamo con con Ndiaye, che spiazza il portiere tirando una bomba centrale. L’Inter getta a lato il primo tentativo: siamo 2-1. Al secondo giro Smiljanici imita Ndiaye, ma i nostri avversari centrano la porta: siamo 3-2. Alla terza tornata Kane fa come Maradona e l’Inter non è da meno, sebbene ripieghi su Di Bartolomei: 4-3. Al quarto turno Gabrielsen, del tutto anonimo durante i tempi regolamentari, esegue il suo compito e segna, al contrario dei nostri avversari: 5-3. Si chiude con l’inutile tiro a testa: Spoor la piazza e anche i nostri avversari, ma in semifinale finiamo noi con un mirabolante 6-4.
Le pagelle puniscono le prestazioni insufficienti di Rustu, Fedorchenko e Yang, mentre sugli altari il tridente offensivo Spoor-Smiljanic-Gabrielsen e Kane.
In semifinale ce la vedremo con lo Sporting Cardito, vicini a noi anche nella Hall: ai quarti hanno eliminato i nostri acerrimi rivali, Venticello, e sono attualmente secondi in campionato. Nel loro palmares due campionati. Giunti a questo punto, ogni avversario è temibile.
Ora ci prepariamo a una doppia sfida di campionato, dove ce la vedremo con due BOT: la prima contro i sesti in classifica, quella successiva contro i terzi. Sicuramente faremo turnover, volendo i top player in forma per la successiva partita di UFFA.
Triplice fischio dell’arbitro e si comincia su questo prestigioso palcoscenico: in palio c’è la semifinale. L’Inter parte forte e noi risentiamo il colpo: giallo per Kane al 7’. Anche il direttore di gara si ritrova scombussolato, visto che regala un rigore ai nostri avversari, i quali puntualmente insaccano. Lo svantaggio ci frastorna e non riusciamo a renderci pericolosi. Il primo sussulto giallonero è al 22’ con l’accoppiata improvvisata Roberts-Kane, ma non andiamo in rete. Si passa a una fase di studio reciproco: Inter chiusa a difendere il vantaggi risicato, noi all’assalto delle barricate. Anche Ndiaye si vede sventolare il giallo sotto il naso al 39’, per poi andare negli spogliatoi per l’intervallo. La ripresa pare una fotocopia della prima frazione, con l’Inter che si impegna sul fronte offensivo. Al 58’ Yum deve lasciare il campo a Yang sulla fascia destra della difesa, andando a indebolire la retroguardia. Al 76’ arriva il rosso per un avversario, reo di aver apostrofato malamente mister Kiplagat: con un uomo in più, il sogno di riprendere il match non è più così impossibile. Si scaldano ancora gli animi, con Nestor che finisce a sua volta sul taccuino dell’arbitro. Lentamente ci si avvicina alla fine, ma ancora non troviamo la via del gol. Vengono concessi 3’ di recupero e, all’ultimo giro di lancette, ecco che accade l’incredibile: Smiljanic, con un micidiale rasoterra, ristabilisce il meritato equilibrio. Festeggiamenti smodati, al limite di un altro cartellino, ma ora c’è la lotteria dei rigori che dovrà decretare il vincitore.
Iniziamo con con Ndiaye, che spiazza il portiere tirando una bomba centrale. L’Inter getta a lato il primo tentativo: siamo 2-1. Al secondo giro Smiljanici imita Ndiaye, ma i nostri avversari centrano la porta: siamo 3-2. Alla terza tornata Kane fa come Maradona e l’Inter non è da meno, sebbene ripieghi su Di Bartolomei: 4-3. Al quarto turno Gabrielsen, del tutto anonimo durante i tempi regolamentari, esegue il suo compito e segna, al contrario dei nostri avversari: 5-3. Si chiude con l’inutile tiro a testa: Spoor la piazza e anche i nostri avversari, ma in semifinale finiamo noi con un mirabolante 6-4.
Le pagelle puniscono le prestazioni insufficienti di Rustu, Fedorchenko e Yang, mentre sugli altari il tridente offensivo Spoor-Smiljanic-Gabrielsen e Kane.
In semifinale ce la vedremo con lo Sporting Cardito, vicini a noi anche nella Hall: ai quarti hanno eliminato i nostri acerrimi rivali, Venticello, e sono attualmente secondi in campionato. Nel loro palmares due campionati. Giunti a questo punto, ogni avversario è temibile.
Ora ci prepariamo a una doppia sfida di campionato, dove ce la vedremo con due BOT: la prima contro i sesti in classifica, quella successiva contro i terzi. Sicuramente faremo turnover, volendo i top player in forma per la successiva partita di UFFA.
Due espulsioni non fermano il brio giallonero
Ieri convocazioni in nazionale, che pescano sempre a mani basse nella nostra rosa, cosa che ci rende fieri. Entrambi i portieri ricevono la chiamata: Rustu fila in Turchia, mentre Steinarsson un po’ più a nord, in Islanda. Tra i difensori c’è un gradito esordio: la Svezia vuole Kjellgren, mentre i “soliti” sono confermati. Yum sarà in Corea del Sud, Roberts in Inghilterra e Fedorchenko in Ucraina. L’unico mediano di spessore è Nestor, desiderato in Messico. A centrocampo tutti e tre i nostri sono a rappresentare i propri colori: Ndiaye in Senegal, Kane in Cina e Rosado in Spagna. In attacco Gabrielsen viene snobbato dal ct norvegese, che invece non si fa mancare Scharner; Spoor è della sua Austria, Alex vola in Portogallo, Shah scende in Camerun e Smiljanic raggranella la settima presenza nella Serbia.
Sfida di campionato contro un BOT di bassa classifica: per l’occasione spazio nell’undici titolare per Caballero, di ritorno dalla squalifica. In porta abbiamo Steinarsson; difesa a quattro con, appunto, Caballero terzino sinistro e Brito dall’altra parte, mentre al centro coppia Villalba-Calabuig; Lyberopoulos in mediana; centrocampo Rosado-Ndiaye (nella Primavera scalpita Beasley, prossimo CC da promuovere entro fine stagione, che si giocherà i match più abbordabili); tridente con Scharner, Shah e il ragazzino Strouhal.
Pronti, via e al 6’ Shah la sblocca subito in acrobazia. Strada spianata, non ci pare poter fermare nessuno e facciamo un bel gioco, con Ndiaye padrone del centrocampo. Visto che i nostri avversari paiono davvero troppo deboli per riuscire a ostacolarci, ci pensiamo noi a metterci il bastone tra le ruote: al 23’ Strouhal mostra il suo temperamento e si fa cacciare. Non contenti, rincariamo la dose e al 31’ anche Shah si vede sventolare il rosso sotto il naso: ci ritroviamo in nove, con un modulo atipico del 4-1-2-1. Fortuna (o bravura) vuole che si arrivi all’intervallo senza correre rischi degni di nota, sebbene pare proprio che oggi siamo noi i migliori nemici di noi stessi. La ripresa è assopita fino al 60’, quando il BOT si risveglia e cerca di riprenderci, a più riprese, guadagnando ogni volta un maggior pericolo. Corriamo troppi rischi, ma l’inferiorità numerica non ci è d’aiuto: ci pensa Scharner all’89’ a piazzare il 2-0 che ci fa tirare un profondo sospiro di sollievo e ci consegna, di fatto, i tre punti.
Questa vittoria eccessivamente sudata non cambia alcun equilibrio in classifica, poiché i primi quattro trovano ognuno una vittoria: adesso abbiamo Steans a 31, Utopia a 23, BOT a 22 e Albi a 19.
Prossima partita ufficiale, senza gli squalificati Shah e Strouhal, contro il BOT terzo in classifica: non ci sarà da scherzare.
Sfida di campionato contro un BOT di bassa classifica: per l’occasione spazio nell’undici titolare per Caballero, di ritorno dalla squalifica. In porta abbiamo Steinarsson; difesa a quattro con, appunto, Caballero terzino sinistro e Brito dall’altra parte, mentre al centro coppia Villalba-Calabuig; Lyberopoulos in mediana; centrocampo Rosado-Ndiaye (nella Primavera scalpita Beasley, prossimo CC da promuovere entro fine stagione, che si giocherà i match più abbordabili); tridente con Scharner, Shah e il ragazzino Strouhal.
Pronti, via e al 6’ Shah la sblocca subito in acrobazia. Strada spianata, non ci pare poter fermare nessuno e facciamo un bel gioco, con Ndiaye padrone del centrocampo. Visto che i nostri avversari paiono davvero troppo deboli per riuscire a ostacolarci, ci pensiamo noi a metterci il bastone tra le ruote: al 23’ Strouhal mostra il suo temperamento e si fa cacciare. Non contenti, rincariamo la dose e al 31’ anche Shah si vede sventolare il rosso sotto il naso: ci ritroviamo in nove, con un modulo atipico del 4-1-2-1. Fortuna (o bravura) vuole che si arrivi all’intervallo senza correre rischi degni di nota, sebbene pare proprio che oggi siamo noi i migliori nemici di noi stessi. La ripresa è assopita fino al 60’, quando il BOT si risveglia e cerca di riprenderci, a più riprese, guadagnando ogni volta un maggior pericolo. Corriamo troppi rischi, ma l’inferiorità numerica non ci è d’aiuto: ci pensa Scharner all’89’ a piazzare il 2-0 che ci fa tirare un profondo sospiro di sollievo e ci consegna, di fatto, i tre punti.
Questa vittoria eccessivamente sudata non cambia alcun equilibrio in classifica, poiché i primi quattro trovano ognuno una vittoria: adesso abbiamo Steans a 31, Utopia a 23, BOT a 22 e Albi a 19.
Prossima partita ufficiale, senza gli squalificati Shah e Strouhal, contro il BOT terzo in classifica: non ci sarà da scherzare.
Secondo posto e finale di UFFA: eccoci!
Tre partite in arretrato: doppia sfida di campionato e semifinale di UFFA. Partiamo dalla stagione portoghese.
Malebolge Arena teatro di uno scontro al vertice: ospitiamo il BOT terzo in classifica. Mister Kiplagat mescola le carte in tavola, poiché c’è anche la semifinale di UFFA cui pensare, e ne esce una formazione mista. In porta Rustu; difesa con Fedorchenko, Brito, Yang e Caballero; Lyberopoulos in mediana, accompagnato a centrocampo da Ndiaye e Rosado; tridente Alex, Gabrielsen e Smiljanic. Fuori per squalifica le riserve d’attacco Shah e Strouhal, che oggi avrebbero sicuramente solcato il terreno.
La concentrazione è alta e i frutti si vedono subito nei piedi della sorpresa stagionale: all’11’ Lyberopoulos sblocca con un tiro sporco e ci porta avanti. Cavalchiamo l’entusiasmo e Gabrielsen al 21’ raddoppia, distruggendo sul nascere ogni tentativo di rimonta avversario. Da lì e fino all’intervallo non accade più niente: noi siamo tranquilli, sta al BOT fare qualcosa. La ripresa dovrebbe essere all’insegna delle scorribande dei nostri ospiti, alla ricerca assatanata della rete che potrebbe riaprire il match: assistiamo, invece, al nostro possesso palla che tiene, di fatto, l’area giallonera libera da pericoli. Al 94’ Alex, addirittura, mette dentro la terza rete. Finisce con un bel 3-0, inaspettato per come la partita è stata giocata dai nostri sfidanti. Meglio per noi, che ci ritroviamo a un passo dalla certezza del secondo posto.
Penultima partita della stagione in Portogallo: andiamo sul campo degli ultimi in classifica, privi ancora di Shah e Strouhal squalificati. Oggi ci giochiamo il secondo posto, traguardo che ci permetterebbe di giocare l’ultima a cuor leggero.
Il nostro undici risponde ai nomi di Steinarsson in porta; difesa a quattro Calabuig, Brito, Yang e Caballero; Lyberopoulos in mediana e centrocampo con Rosado e il debutto dello statunitense Beasley, neopromosso in prima squadra e già convocato in nazionale; tridente offensivo con Spoor, Gabrielsen e Smiljanic.
Il fattore campo si fa sentire, al punto che passiamo i primo venti minuti a studiarci e a punzecchiarci vicendevolmente, senza che nessuno riesca nell’affondo. Ci pensa Smiljanic al 20’ con una girata dal limite a sistemare l’equilibrio, infrangendolo per il nostro vantaggio. Il tentativo di riorganizzare le idee, da parte dei nostri avversari, si rivela difficile anche per il doppio cambio cui sono costretti, al punto che si arriva al 45’ senza altri sussulti. La ripresa si sviluppa a ritmi lenti, con pochi pericoli: da segnalare il giallo che costerà la squalifica a Rosado e il raddoppio di Gabrielsen all’81’ su assist di Spoor. Ci guadagniamo sul campo la certezza della seconda piazza, così da disputare la UFFA e rimanere ai vertici del campionato. Vedremo se la prossima annata potremo ambire a qualcosa in più.
Semifinale di UFFA: a un passo dal sogno. Qui ci si gioca il passaggio alla finale, per poter così dare la possibilità a Carlos Garcia di calcare una palcoscenico degno della sua classe cristallina. Lo Sporting Cardito è la compagine che si frappone sul nostro cammino e mister Kiplagat sceglie con cura gli undici titolari: in porta Rustu, tornato ai suoi livelli dopo l’infortunio di inizio stagione; difesa a quattro con Yum e Kjellren in fascia, mentre al centro affidamento a Villalba e capitan Roberts; Nestor in mediana; centrocampo rodato con Kane e Ndiaye; tridente che vede Gabrielsen ariete centrale, corretto da Scharner e Spoor.
Come comprensibile la partenza è lentissima, con una lunga fase di studio reciproco. Dopo queste schermaglie, al primo attacco Nestor trova fortunosamente la via del gol: è il 19’ e il messicano sblocca di carambola. Da lì in poi si assiste a un nostro monologo offensivo, con i vari Alex, Ndiaye e Gabrielsen che cercano di mettere al sicuro la partita, senza riuscirci. La nostra sterilità offensiva viene aggravata, a inizio ripresa, da un doppio cambio forzato: escono Alex e Rustu, dentro Spoor e Steinarsson. Il portierino islandese al 58’ viene trafitto dallo Sporting che ristabilisce la parità al primo tiro verso il nostro specchio. Subiamo visibilmente il colpo, ma la muraglia difensiva eretta da capitan Roberts respinge ogni tentativo: scricchiolano le mura, ma non crollano. Al 73’ Kane si prende un calcio di rigore e ci pensa Spoor a riportarci avanti, concretizzando un momento positivo per la nostra fase offensiva. L’ultimo quarto d’ora passa più facilmente del previsto: lo Sporting è sulle ginocchia e non riesce a costruire più nulla. Al fischio finale non possiamo che festeggiare la finale, raggiunta dopo cinque stagioni da quella partita contro Venticello. Stavolta l’ultimo ostacolo si chiama San Isiro Futbol e saremo orfani di Villalba, infortunato. L’unica altra certezza è la presenza di Carlos Garcia in mediana, per coronare il nostro sogno insieme a lui. Ecco la sua più recente dichiarazione, colta in un momento di svago.

Malebolge Arena teatro di uno scontro al vertice: ospitiamo il BOT terzo in classifica. Mister Kiplagat mescola le carte in tavola, poiché c’è anche la semifinale di UFFA cui pensare, e ne esce una formazione mista. In porta Rustu; difesa con Fedorchenko, Brito, Yang e Caballero; Lyberopoulos in mediana, accompagnato a centrocampo da Ndiaye e Rosado; tridente Alex, Gabrielsen e Smiljanic. Fuori per squalifica le riserve d’attacco Shah e Strouhal, che oggi avrebbero sicuramente solcato il terreno.
La concentrazione è alta e i frutti si vedono subito nei piedi della sorpresa stagionale: all’11’ Lyberopoulos sblocca con un tiro sporco e ci porta avanti. Cavalchiamo l’entusiasmo e Gabrielsen al 21’ raddoppia, distruggendo sul nascere ogni tentativo di rimonta avversario. Da lì e fino all’intervallo non accade più niente: noi siamo tranquilli, sta al BOT fare qualcosa. La ripresa dovrebbe essere all’insegna delle scorribande dei nostri ospiti, alla ricerca assatanata della rete che potrebbe riaprire il match: assistiamo, invece, al nostro possesso palla che tiene, di fatto, l’area giallonera libera da pericoli. Al 94’ Alex, addirittura, mette dentro la terza rete. Finisce con un bel 3-0, inaspettato per come la partita è stata giocata dai nostri sfidanti. Meglio per noi, che ci ritroviamo a un passo dalla certezza del secondo posto.
Penultima partita della stagione in Portogallo: andiamo sul campo degli ultimi in classifica, privi ancora di Shah e Strouhal squalificati. Oggi ci giochiamo il secondo posto, traguardo che ci permetterebbe di giocare l’ultima a cuor leggero.
Il nostro undici risponde ai nomi di Steinarsson in porta; difesa a quattro Calabuig, Brito, Yang e Caballero; Lyberopoulos in mediana e centrocampo con Rosado e il debutto dello statunitense Beasley, neopromosso in prima squadra e già convocato in nazionale; tridente offensivo con Spoor, Gabrielsen e Smiljanic.
Il fattore campo si fa sentire, al punto che passiamo i primo venti minuti a studiarci e a punzecchiarci vicendevolmente, senza che nessuno riesca nell’affondo. Ci pensa Smiljanic al 20’ con una girata dal limite a sistemare l’equilibrio, infrangendolo per il nostro vantaggio. Il tentativo di riorganizzare le idee, da parte dei nostri avversari, si rivela difficile anche per il doppio cambio cui sono costretti, al punto che si arriva al 45’ senza altri sussulti. La ripresa si sviluppa a ritmi lenti, con pochi pericoli: da segnalare il giallo che costerà la squalifica a Rosado e il raddoppio di Gabrielsen all’81’ su assist di Spoor. Ci guadagniamo sul campo la certezza della seconda piazza, così da disputare la UFFA e rimanere ai vertici del campionato. Vedremo se la prossima annata potremo ambire a qualcosa in più.
Semifinale di UFFA: a un passo dal sogno. Qui ci si gioca il passaggio alla finale, per poter così dare la possibilità a Carlos Garcia di calcare una palcoscenico degno della sua classe cristallina. Lo Sporting Cardito è la compagine che si frappone sul nostro cammino e mister Kiplagat sceglie con cura gli undici titolari: in porta Rustu, tornato ai suoi livelli dopo l’infortunio di inizio stagione; difesa a quattro con Yum e Kjellren in fascia, mentre al centro affidamento a Villalba e capitan Roberts; Nestor in mediana; centrocampo rodato con Kane e Ndiaye; tridente che vede Gabrielsen ariete centrale, corretto da Scharner e Spoor.
Come comprensibile la partenza è lentissima, con una lunga fase di studio reciproco. Dopo queste schermaglie, al primo attacco Nestor trova fortunosamente la via del gol: è il 19’ e il messicano sblocca di carambola. Da lì in poi si assiste a un nostro monologo offensivo, con i vari Alex, Ndiaye e Gabrielsen che cercano di mettere al sicuro la partita, senza riuscirci. La nostra sterilità offensiva viene aggravata, a inizio ripresa, da un doppio cambio forzato: escono Alex e Rustu, dentro Spoor e Steinarsson. Il portierino islandese al 58’ viene trafitto dallo Sporting che ristabilisce la parità al primo tiro verso il nostro specchio. Subiamo visibilmente il colpo, ma la muraglia difensiva eretta da capitan Roberts respinge ogni tentativo: scricchiolano le mura, ma non crollano. Al 73’ Kane si prende un calcio di rigore e ci pensa Spoor a riportarci avanti, concretizzando un momento positivo per la nostra fase offensiva. L’ultimo quarto d’ora passa più facilmente del previsto: lo Sporting è sulle ginocchia e non riesce a costruire più nulla. Al fischio finale non possiamo che festeggiare la finale, raggiunta dopo cinque stagioni da quella partita contro Venticello. Stavolta l’ultimo ostacolo si chiama San Isiro Futbol e saremo orfani di Villalba, infortunato. L’unica altra certezza è la presenza di Carlos Garcia in mediana, per coronare il nostro sogno insieme a lui. Ecco la sua più recente dichiarazione, colta in un momento di svago.

Scampagnata di campionato, per chiudere
Ultima di campionato contro Albi, si gioca per fare fiato: siamo al secondo posto e da lì non ci schioda nessuno. I nostri undici sono forzatamente riserve, visto il big match della finale di UFFA che ci attende tra qualche giorno. Rosado squalificato a centrocampo e Villalba infortunato (salterà anche la finale). Tornano Shah e Strouhal dalla squalifica. Mister Kiplagat schiera il suo 4123 con i seguenti uomini: Steinarsson in porta; difesa a quattro con Brito, Yang, Calabuig e Caballero; Lyberopoulos in mediana; centrocampo composto dal binomio Beasley-Ndiaye; tridente Shah, Strouhal e Smiljanic.
Si vede che questa partita non riesce a scuotere gli animi dei ventidue in campo, al punto che solamene al 29’ c’è la prima occasione nei piedi di Shah, che però spreca. Beasley paga pegno per la poca esperienza e il centrocampo perde Ndiaye, sostituito da Kane. La prima frazione non dice altro, ma la seconda inizia con il botto: al 51’ Yang, dal centro della difesa, insacca dopo un bell’assolo di Strouhal. Abbiamo la partita in mano e la pressione porta al meritato raddoppio al 69’ con Kane: mai sostituzione fu più proficua, poiché il cinese realizza il rigore concesso dall’arbitro. Sul 2-0, davanti al pubblico amico, rallentiamo i ritmi, perché non ha senso infierire. Al fischio finale ci portiamo casa la vittoria e il secondo posto, con la qualificazione alla prossima UFFA in tasca.
Domenica ci sono state le convocazioni in nazionale: Rustu confermato in Turchia; tra i difensori Yum torna in Corea del Sud, Fedorchenko in Ucraina, Kjellgren in Svezia, Roberts in Inghilterra, Villalba torna nel giro dell’Argentina e Calabuig esordisce nel Belgio; in mezzo al campo il ragazzino Beasley debutta negli USA, Ndiaye sempre in Senegal, Nestor vola in Messico, Rosado in Spagna e Kane in Cina; l’attacco ha ricevuto quasi in toto la chiamata con Smiljanic in Serbia, Scharner in Norvegia, Alex in Portogallo, Shah in Camerun e Spoor in Austria.
Come avrete letto, c’è un nome nuovo nella nostra rosa: si tratta del CC Beasley, americano, già in nazionale appena promosso dalla Primavera. Ecco la sua scheda.

Si vede che questa partita non riesce a scuotere gli animi dei ventidue in campo, al punto che solamene al 29’ c’è la prima occasione nei piedi di Shah, che però spreca. Beasley paga pegno per la poca esperienza e il centrocampo perde Ndiaye, sostituito da Kane. La prima frazione non dice altro, ma la seconda inizia con il botto: al 51’ Yang, dal centro della difesa, insacca dopo un bell’assolo di Strouhal. Abbiamo la partita in mano e la pressione porta al meritato raddoppio al 69’ con Kane: mai sostituzione fu più proficua, poiché il cinese realizza il rigore concesso dall’arbitro. Sul 2-0, davanti al pubblico amico, rallentiamo i ritmi, perché non ha senso infierire. Al fischio finale ci portiamo casa la vittoria e il secondo posto, con la qualificazione alla prossima UFFA in tasca.
Domenica ci sono state le convocazioni in nazionale: Rustu confermato in Turchia; tra i difensori Yum torna in Corea del Sud, Fedorchenko in Ucraina, Kjellgren in Svezia, Roberts in Inghilterra, Villalba torna nel giro dell’Argentina e Calabuig esordisce nel Belgio; in mezzo al campo il ragazzino Beasley debutta negli USA, Ndiaye sempre in Senegal, Nestor vola in Messico, Rosado in Spagna e Kane in Cina; l’attacco ha ricevuto quasi in toto la chiamata con Smiljanic in Serbia, Scharner in Norvegia, Alex in Portogallo, Shah in Camerun e Spoor in Austria.
Come avrete letto, c’è un nome nuovo nella nostra rosa: si tratta del CC Beasley, americano, già in nazionale appena promosso dalla Primavera. Ecco la sua scheda.

UFFA!
Ultima partita della stagione: il palcoscenico è quello della finale di UFFA, dove sfidiamo il San Isidro. Non c’è Villalba, infortunato, che si sarebbe giocato le sue chance per esserci al centro della difesa. Questi saranno gli ultimi 90’ di calcio giocato per capitan Roberts, il nostro D C inglese che ci accompagna dall’assegnazione della squadra, ben undici stagioni fa. Ha vissuto la seconda divisione, la promozione nella massima serie, la convocazione in nazionale, la fascia da capitano, la nascita e il ritorno di Garcia e una finale di UFFA persa contro Venticello. Sarebbe meraviglioso regalargli un trofeo.
Come mediano, nella zona calda del campo, c’è l’incommensurabile Garcia: dalla nostra Primavera alla nazionale cilena, dagli zero incrementi al massimale pari al suo valore attuale, dalla cessione a Diavoli Rossi all’incredibile licenziamento da parte di un manager filibustiere, dal ritorno in giallonero alla presenza da primo minuto nella finale di questa competizione.
Ecco, per intero, il nostro undici: in porta Rustu; difesa a quattro con Yum e Kjellgren in fascia e accoppiata centrale con Roberts e Fedorchenko; Garcia in mezzo al campo, assieme a Kane e Ndiaye; tridente che vede Scharner e Spoor a fare da spalle all’ariete Gabrielsen. Tra le fila dei nostri avversari figurano De Storme, un attaccante che avevamo agli albori della società, e il nazionale scozzese Rowley, che si era meritato i galloni di titolare con noi.
Quasi 4000 spettatori per assistere alla partita che potrebbe assegnarci la prima Coppa della nostra storia: al fischio d’inizio ci rendiamo subito conto che il campo è un pantano e che per la tecnica non ci sarà troppo spazio. Otteniamo il pallino del gioco, ma la rete non si gonfia e trascorriamo il primo tempo senza sfondare. l’unica nota da taccuino dell’arbitro è il giallo per il centrocampista Kane. La ripresa parte con il colpo grosso, alla faccia di Umberto Smaila: al minuto 51 Kane si fa sventolare il secondo giallo sotto il naso e restiamo in dieci. E qui si vedono i veri uomini: la zona nevralgica del campo viene presa sulle spalle da Ndiaye e dall’assoluto Garcia. In dieci uomini contro undici qualcuno, tipo Cicci, ci avrebbe potuto dare per spacciati, ma come prestare fede a un mister che non mantiene le promesse e si caccia un giocatore come Carlos? Forti del vantaggio numerico, San Isidro cerca di sfruttare gli spazi ampi, ma reggiamo il tiro incrociato del loro attacco. Verso il minuto 80 doppio cambio forzato: escono Kjellgren sulla fascia sinistra e Yum sulla fascia destra. Di fatto perdiamo entrambi i terzini titolari, sostituiti da Yang e Brito. Teniamo ancora duro fino alla fine della partita, affidando ai rigori le sorti della competizione.
La sorte vuole che inizi San Isidro: nonostante la ciabattata, insacca. Il nostro Yang, difensore subentrato che non figura nelle grazie del mister, non inquadra neanche la porta: 0-1.
seconda tornata con l’ex De Storme che indovina l’incrocio, ma Scharner risponde come si deve, imitando il suo predecessore: 1-2.
La finta del giocatore del San Isidro spiazza Rustu, ma Ndiaye la caccia dentro con la bomba centrale: 2-3, siamo ancora sotto.
Arriva il primo errore del San Isidro, con una ciabattata che non trova la porta. L’ariete Gabrielsen, troppo spesso snobbato dal ct norvegese, spiazza il portiere e arriviamo al pareggio, prima dell’ultima tornata: 3-3.
La tensione è alle stelle: tocca a San Isidro che spreca mestamente, lasciandoci l’opportunità di vincere, dopo aver rincorso tutto il tempo ed essendo in inferiorità numerica. La responsabilità è sulle spalle di Spoor, il nostro A SD austriaco. Lo abbiamo scoperto noi, proviene dalla Primavera e, nel tempo, si è ritagliato uno spazio sempre più importante. A centrocampo c’è capitan Roberts che fissa la porta, consapevole che questa è la sua ultima partita ufficiale: ha già uno scudetto di seconda divisione e uno di prima, ma la Coppa gli manca. Pensa al suo passato, a undici stagioni fa, quando il team nacque e vennero scelti i colori giallo e nero per le maglie. Lui era un ragazzino, un difensore di belle speranze che mai avrebbe pensato di raggiungere certi traguardi. Invece adesso è qui, con 77 partite nella nazionale inglese e la fascia di capitano sul braccio, alla sua ultima occasione.
Spoor posa la sfera sul dischetto e pensa a Gavrilo Princip e all’arciduca Francesco Ferdinando, reminiscenze della storia del suo paese. Gli vengono in mente Wagner e Musil, ma deve concentrarsi sul rigore. Nei sui piedi c’è la possibilità di vittoria, del primo trofeo internazionale per Utopia. Fissa il portiere, chissà che gli passa per la testa. L’arbitro fischia, Cicci spera nell’errore e Spoor fa ciò che gli riesce meglio: realizza il gol con un missile sotto la traversa. Si gira verso i suoi compagni, verso il suo capitano, verso Roberts che gli corre incontro.
Il sogno si realizza: Garcia, peggiore in campo, alza la Coppa, e poi la passa a Roberts, commosso. I compagni gli rendono l’onore che si merita, verso un uomo, non solo un giocatore. La sua eredità sarà spartita tra Villalba e Fedorchenko, ma un altro come lui non ci sarà mai più. Ecco la sua storia con noi.
Vinciamo la nostra prima Coppa, la prima UFFA, e festeggiamo. Cos’altro potremmo fare? Solo una cosa: dedicarla a Cicci.
Come mediano, nella zona calda del campo, c’è l’incommensurabile Garcia: dalla nostra Primavera alla nazionale cilena, dagli zero incrementi al massimale pari al suo valore attuale, dalla cessione a Diavoli Rossi all’incredibile licenziamento da parte di un manager filibustiere, dal ritorno in giallonero alla presenza da primo minuto nella finale di questa competizione.
Ecco, per intero, il nostro undici: in porta Rustu; difesa a quattro con Yum e Kjellgren in fascia e accoppiata centrale con Roberts e Fedorchenko; Garcia in mezzo al campo, assieme a Kane e Ndiaye; tridente che vede Scharner e Spoor a fare da spalle all’ariete Gabrielsen. Tra le fila dei nostri avversari figurano De Storme, un attaccante che avevamo agli albori della società, e il nazionale scozzese Rowley, che si era meritato i galloni di titolare con noi.
Quasi 4000 spettatori per assistere alla partita che potrebbe assegnarci la prima Coppa della nostra storia: al fischio d’inizio ci rendiamo subito conto che il campo è un pantano e che per la tecnica non ci sarà troppo spazio. Otteniamo il pallino del gioco, ma la rete non si gonfia e trascorriamo il primo tempo senza sfondare. l’unica nota da taccuino dell’arbitro è il giallo per il centrocampista Kane. La ripresa parte con il colpo grosso, alla faccia di Umberto Smaila: al minuto 51 Kane si fa sventolare il secondo giallo sotto il naso e restiamo in dieci. E qui si vedono i veri uomini: la zona nevralgica del campo viene presa sulle spalle da Ndiaye e dall’assoluto Garcia. In dieci uomini contro undici qualcuno, tipo Cicci, ci avrebbe potuto dare per spacciati, ma come prestare fede a un mister che non mantiene le promesse e si caccia un giocatore come Carlos? Forti del vantaggio numerico, San Isidro cerca di sfruttare gli spazi ampi, ma reggiamo il tiro incrociato del loro attacco. Verso il minuto 80 doppio cambio forzato: escono Kjellgren sulla fascia sinistra e Yum sulla fascia destra. Di fatto perdiamo entrambi i terzini titolari, sostituiti da Yang e Brito. Teniamo ancora duro fino alla fine della partita, affidando ai rigori le sorti della competizione.
La sorte vuole che inizi San Isidro: nonostante la ciabattata, insacca. Il nostro Yang, difensore subentrato che non figura nelle grazie del mister, non inquadra neanche la porta: 0-1.
seconda tornata con l’ex De Storme che indovina l’incrocio, ma Scharner risponde come si deve, imitando il suo predecessore: 1-2.
La finta del giocatore del San Isidro spiazza Rustu, ma Ndiaye la caccia dentro con la bomba centrale: 2-3, siamo ancora sotto.
Arriva il primo errore del San Isidro, con una ciabattata che non trova la porta. L’ariete Gabrielsen, troppo spesso snobbato dal ct norvegese, spiazza il portiere e arriviamo al pareggio, prima dell’ultima tornata: 3-3.
La tensione è alle stelle: tocca a San Isidro che spreca mestamente, lasciandoci l’opportunità di vincere, dopo aver rincorso tutto il tempo ed essendo in inferiorità numerica. La responsabilità è sulle spalle di Spoor, il nostro A SD austriaco. Lo abbiamo scoperto noi, proviene dalla Primavera e, nel tempo, si è ritagliato uno spazio sempre più importante. A centrocampo c’è capitan Roberts che fissa la porta, consapevole che questa è la sua ultima partita ufficiale: ha già uno scudetto di seconda divisione e uno di prima, ma la Coppa gli manca. Pensa al suo passato, a undici stagioni fa, quando il team nacque e vennero scelti i colori giallo e nero per le maglie. Lui era un ragazzino, un difensore di belle speranze che mai avrebbe pensato di raggiungere certi traguardi. Invece adesso è qui, con 77 partite nella nazionale inglese e la fascia di capitano sul braccio, alla sua ultima occasione.
Spoor posa la sfera sul dischetto e pensa a Gavrilo Princip e all’arciduca Francesco Ferdinando, reminiscenze della storia del suo paese. Gli vengono in mente Wagner e Musil, ma deve concentrarsi sul rigore. Nei sui piedi c’è la possibilità di vittoria, del primo trofeo internazionale per Utopia. Fissa il portiere, chissà che gli passa per la testa. L’arbitro fischia, Cicci spera nell’errore e Spoor fa ciò che gli riesce meglio: realizza il gol con un missile sotto la traversa. Si gira verso i suoi compagni, verso il suo capitano, verso Roberts che gli corre incontro.
Il sogno si realizza: Garcia, peggiore in campo, alza la Coppa, e poi la passa a Roberts, commosso. I compagni gli rendono l’onore che si merita, verso un uomo, non solo un giocatore. La sua eredità sarà spartita tra Villalba e Fedorchenko, ma un altro come lui non ci sarà mai più. Ecco la sua storia con noi.

Vinciamo la nostra prima Coppa, la prima UFFA, e festeggiamo. Cos’altro potremmo fare? Solo una cosa: dedicarla a Cicci.
Re: Utopia - Sala stampa
Complimenti Paccio! Vittoria straordinaria e la favola di Garcia si è finalmente avverata
Vecchio cuore romantico del calcio

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PALMARES
- 1 SUPER LEAGUE (02/25)
- 2 UFFA CUP (04/21 e 09/22)
- 1 WORLD LEAGUE (04/25)
- 18 Scudetti
- 1 Campionato 2° Div
- 1 SUPER LEAGUE (02/25)
- 2 UFFA CUP (04/21 e 09/22)
- 1 WORLD LEAGUE (04/25)
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