La UFFA bussa alla porta, rispondendo al nome di Avengers che sono terzi e ci sopravanzano di un punto. Per coltivare speranze serie, possiamo solamente vincere. Abbiamo fuori Brito, squalificato, ma non rientra nel novero dei titolari comunque. Ecco i nostri uomini sul rettangolo verde al minuto 0’: Rustu tra i pali; difesa classica con Yum e Kjellgren larghi, mentre al centro ci sono Fedorchenko e Villalba; a centrocampo Nestor dietro a Kane e Ndiaye; tridente con Gabrielsen, Scharner e Spoor.
La prima azione da segnalare è un giallo per l’intelligente fallo tattico di Nestor, una parentesi difensiva in un inizio di gara che ci vede molto offensivi. Una manciata di minuti dopo arriva un altro giallo, stavolta per Gabrielsen: c’è tensione, la posta in palio sono le speranze di passaggi odel turno. Al 15’ l’episodio svolta: Avengers rimane in dieci e, sul ribaltamento di fronte a seguito del rosso, è proprio Gabrielsen a sbloccarla. I nostri avversari cercano di organizzare una reazione, ma al secondo affondo raddoppiamo: al 31’ Scharner insacca e arriviamo all’intervallo senza correre rischi, ma con l’entrata di Lyberopoulos al posto di Nestor. A inizio ripresa Avengers addirittura rimane in nove: comincia così la discesa e il controllo del gioco per arrivare allo scadere senza farci male. Al 63’ debutta il ragazzino Reis al posto di Ndiaye e, nonostante il gioco sia totalmente in mano nostra, arrotondiamo il risultato di un solo altro gol, con Gabrielsen al 73’. Al fischio finale nessuna recriminazione da parte degli avversari: tre punti meritati che muovono la classifica.
Con due match da giocare, la classifica dice Torres 13, Vesco 12, Utopia 9 e Avengers 7. Speranze al lumicino, ma se la matematica non condanna, non molliamo.
Utopia - Sala stampa
World League impossibile
Affrontiamo l’Inter in World League, orfani degli infortunati Reis e Smiljanic. Non c’è trippa per gatti, dobbiamo vincere per tentare l’assurda qualificazione alla semifinale e, per riuscire nell’impresa, scendono in campo Rustu in porta; difesa a quattro con Yum, Kjellgre, Villalba e Fedorchenko; a centrocampo Nestor dietro a Kane e Ndiaye; tridente Alex – Scharner – Gabrielsen.
Partiamo forti, fortissimi, al punto che, dopo qualche schermaglia iniziale, ci ritroviamo in vantaggio al 20’ con una rete spettacolare del nostro mediano Nestor. Questo potrebbe essere il presupposto di una giornata da sogno, ma non abbiamo fatto i conti con una voglia di rivincita di una squadra blasonata come l’Inter. Dopo il giallo a Scharner, ci ritroviamo a subire gli affondi avversari, ma riusciamo a guadagnare gli spogliatoi sull’1-0, mantenuto a fatica. La ripresa inizia lentissimamente, con sporadiche azioni offensive, fino a quando l’Inter compie una accelerata alquanto devastante per la nostra difesa: al 76’ arriva il pareggio, dieci minuti dopo giunge il ribaltamento del risultato, cui assistiamo impotenti e senza capacità di reazione. Quando arriva il fischio finale, guardiamo il tabellone che segna 1-2 e non possiamo recriminare davvero niente, vista la nostra scarsa attitudine offensiva nei secondi 45’. Perdiamo meritatamente, incapaci di salvare un vantaggio e facendoci sorpassare.
La classifica del girone, a due giornate dalla fine e con quattro posti disponibili al passaggio del turno, vede Ifix capolista a 13, San Isidro a 11, Inter a 10, Decaro e River a 7 e Utopia a 4. Al prossimo turno ce la giochiamo con AC Vostra fanalino di coda, ma reduce dal pareggio con Decaro. Solo una vittoria può mantenere accesa la speranza.
Partiamo forti, fortissimi, al punto che, dopo qualche schermaglia iniziale, ci ritroviamo in vantaggio al 20’ con una rete spettacolare del nostro mediano Nestor. Questo potrebbe essere il presupposto di una giornata da sogno, ma non abbiamo fatto i conti con una voglia di rivincita di una squadra blasonata come l’Inter. Dopo il giallo a Scharner, ci ritroviamo a subire gli affondi avversari, ma riusciamo a guadagnare gli spogliatoi sull’1-0, mantenuto a fatica. La ripresa inizia lentissimamente, con sporadiche azioni offensive, fino a quando l’Inter compie una accelerata alquanto devastante per la nostra difesa: al 76’ arriva il pareggio, dieci minuti dopo giunge il ribaltamento del risultato, cui assistiamo impotenti e senza capacità di reazione. Quando arriva il fischio finale, guardiamo il tabellone che segna 1-2 e non possiamo recriminare davvero niente, vista la nostra scarsa attitudine offensiva nei secondi 45’. Perdiamo meritatamente, incapaci di salvare un vantaggio e facendoci sorpassare.
La classifica del girone, a due giornate dalla fine e con quattro posti disponibili al passaggio del turno, vede Ifix capolista a 13, San Isidro a 11, Inter a 10, Decaro e River a 7 e Utopia a 4. Al prossimo turno ce la giochiamo con AC Vostra fanalino di coda, ma reduce dal pareggio con Decaro. Solo una vittoria può mantenere accesa la speranza.
Manita!
Torniamo al campionato contro l’ennesimo BOT, contando di vincere per restare in scia della capolista Venticello e, magari, sfruttarne un passo falso. Reis ancora ai box per infortunio, nella giornata che sarebbe potuta essere quella del suo debutto da titolare, e la doppia squalifica degli attaccanti Shah e Scharner costringono mister Kiplagat a scelte obbligate.
In porta torna Steinarsson; difesa inedita con centrali Calabuig e Brito, sempre speranzosi di passare al novero dei titolari, mentre sulle fasce corrono Yang il tuttofare e Vedder; Lyberopoulos supporta Ndiaye e Rosado in mezzo al campo; tridente con la sorpresa Feilhaber circondato da Smiljanic e Strouhal.
Da bravi padroni con velleità di tentare l’assalto alla capolista, al primo affondo andiamo sotto. Siamo solamente al 6’ e già stiamo ad inseguire. Per fortuna si tratta di un lampo nella nebbia, perché dopo questo primo pesantissimo attacco il BOT si spegne: al 15’ Strouhal trova il pareggio e al 21’ siamo sul 2-1 con Yang su calcio d’angolo. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo per l’andamento prolifico che ha preso il match: abbiamo sudato freddo. Lo striminzito vantaggio ravviva la foga avversaria, che si mostra anche con un paio di gialli, prima che il cartellino se lo veda sventolare anche Calabuig. L’intervallo ci coglie durante un certo ritorno offensivo del BOT e la ripresa riprende sulla stessa scia. Arginiamo bene e al 67’ godiamo di un rigore che Ndiaye insacca, scavando un vantaggio decente. Al 75’ Brito esce per lasciare il posto a Fedorchenko, avviandoci così a un finale di partita pirotecnico: all’82’ Lyberopoulos, mediano con licenza di segnare, fissa il 4-1. Poi Ndiay spreca un rigore, suscitando estri dalla panchina da parte di mister Kiplagat, che si calma quando, una manciata di minuti dopo, Smiljanic insacca. A tempo scaduto arriva il gol della bandiera del BOT, chiudendo su un 5-2 che ci regala i tre punti, ma che nei primi minuti sembrava un miraggio. Siamo stati bravi a raddrizzarla, ma abbiamo rischiato forte.
Anche Venticello ha vinto, così rimaniamo a -1 dalla prima della classe. I giochi sono aperti.
In porta torna Steinarsson; difesa inedita con centrali Calabuig e Brito, sempre speranzosi di passare al novero dei titolari, mentre sulle fasce corrono Yang il tuttofare e Vedder; Lyberopoulos supporta Ndiaye e Rosado in mezzo al campo; tridente con la sorpresa Feilhaber circondato da Smiljanic e Strouhal.
Da bravi padroni con velleità di tentare l’assalto alla capolista, al primo affondo andiamo sotto. Siamo solamente al 6’ e già stiamo ad inseguire. Per fortuna si tratta di un lampo nella nebbia, perché dopo questo primo pesantissimo attacco il BOT si spegne: al 15’ Strouhal trova il pareggio e al 21’ siamo sul 2-1 con Yang su calcio d’angolo. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo per l’andamento prolifico che ha preso il match: abbiamo sudato freddo. Lo striminzito vantaggio ravviva la foga avversaria, che si mostra anche con un paio di gialli, prima che il cartellino se lo veda sventolare anche Calabuig. L’intervallo ci coglie durante un certo ritorno offensivo del BOT e la ripresa riprende sulla stessa scia. Arginiamo bene e al 67’ godiamo di un rigore che Ndiaye insacca, scavando un vantaggio decente. Al 75’ Brito esce per lasciare il posto a Fedorchenko, avviandoci così a un finale di partita pirotecnico: all’82’ Lyberopoulos, mediano con licenza di segnare, fissa il 4-1. Poi Ndiay spreca un rigore, suscitando estri dalla panchina da parte di mister Kiplagat, che si calma quando, una manciata di minuti dopo, Smiljanic insacca. A tempo scaduto arriva il gol della bandiera del BOT, chiudendo su un 5-2 che ci regala i tre punti, ma che nei primi minuti sembrava un miraggio. Siamo stati bravi a raddrizzarla, ma abbiamo rischiato forte.
Anche Venticello ha vinto, così rimaniamo a -1 dalla prima della classe. I giochi sono aperti.
Bye bye UFFA, sarà per un'altra volta
Le finali sono partite importanti, ma bisogna riuscire ad arrivarci. Qui siamo ancora nella fase a gironi, ma il peso del match è assoluto per sperare di andare avanti. Ce la vediamo con un BOT, ma i tre punti sono così importanti da non permetterci di fare un turnover assoluto. Privi dello squalificato Brito, il mister schiera il classico 4123 con qualche seconda linea: Steinarsson in porta; difesa con Villalba e Calabuig, supportati in fascia da Vedder e Yang; in mezzo Lyberopoulos, Reis al debutto da titolare e Rosado; tridente Shah, Strouhal e Feilhaber.
Partiamo dal grafico finale del match: dominio assoluto dei gialloneri per tutta la lunghezza della partita, il che permetterebbe di fare previsioni sull’esito. La cronaca inizia invece con la prima azione degna di nota al 7’, ma si tratta dell’uscita di Villalba per lasciar entrare Fedorchenko. Poi, per i restanti minuti, assistiamo a una misera azione per parte, prima dell’intervallo. Davvero poco come esito di una supremazia, ma la ripresa dovrà essere diversa. In effetti torniamo sul rettangolo verde con un cipiglio diverso, al punto che i primi affondi sono di difensori, nella fattispecie Vedder e per due volte Calabuig. La rete, purtroppo, non viene gonfiata da una nostra segnatura, nonostante i tentativi offensivi di Shah, Reis e Yang. All’84’ c’è l’ultimo sussulto, ma al fischio finale il tabellone mostra uno scialbo 0-0 che, di fatto, ci estromette dalla qualificazione ai quarti. Vesco City e Torres vincono i rispettivi scontri, scavando un solco incolmabile da soli tre punti. Grande spazio alle riserve nella chiusura di questa fase.
In una stagione passiamo da vincitori della UFFA all’eliminazione alla penultima giornata del girone. Quanta mestizia. E domani, in World League, potrebbe esserci un esito identico, giusto per coronare una stagione complicata.
Partiamo dal grafico finale del match: dominio assoluto dei gialloneri per tutta la lunghezza della partita, il che permetterebbe di fare previsioni sull’esito. La cronaca inizia invece con la prima azione degna di nota al 7’, ma si tratta dell’uscita di Villalba per lasciar entrare Fedorchenko. Poi, per i restanti minuti, assistiamo a una misera azione per parte, prima dell’intervallo. Davvero poco come esito di una supremazia, ma la ripresa dovrà essere diversa. In effetti torniamo sul rettangolo verde con un cipiglio diverso, al punto che i primi affondi sono di difensori, nella fattispecie Vedder e per due volte Calabuig. La rete, purtroppo, non viene gonfiata da una nostra segnatura, nonostante i tentativi offensivi di Shah, Reis e Yang. All’84’ c’è l’ultimo sussulto, ma al fischio finale il tabellone mostra uno scialbo 0-0 che, di fatto, ci estromette dalla qualificazione ai quarti. Vesco City e Torres vincono i rispettivi scontri, scavando un solco incolmabile da soli tre punti. Grande spazio alle riserve nella chiusura di questa fase.
In una stagione passiamo da vincitori della UFFA all’eliminazione alla penultima giornata del girone. Quanta mestizia. E domani, in World League, potrebbe esserci un esito identico, giusto per coronare una stagione complicata.
World League d'assalto
Penultimo turno di World League: speranze di passaggio del turno pressoché nulle, ma ce la giochiamo comunque.
Scendiamo in campo contro AC Vostra, team che non ha puntato su questa competizione; dal canto nostro scendiamo in campo a ranghi misti, dando spazio a quale giovane. In porta c’è Steinarsson, dietro alla difesa a quattro composta da Brito, Vilallba, Kjellgren e Vedder; in mezzo al campo Nestor supporta Kane e Reis; tridente meraviglia con Alex, Shah e Smiljanic.
Fin dalle prime battute mostriamo i denti, al punto che la rete del vantaggio arriva al 33’ e i nostri avversari ancora non hanno fatto capolino nella nostra area (ma questo trend si manterrà fino al fischio finale). A rompere il ghiaccio è Alex, imitato dopo soli 6’ dal mediano Nestor. L’assenza totale di AC Vostra in campo viene smentita dal fatto che ci viene concesso un rigore, segno evidente che qualcuno, contro di noi, sta giocando: al 44’ è ancora Alex a cacciarla dentro. La prima frazione si chiude sul 3-0 e due gialli per Brito e Vedder, anche se non si è capito contro chi si siano scagliati. La ripresa trascorre all’insegna della noia, con il sussulto del giallo per Shah e l’incapacità di arrotondare il risultato, cosa che potrebbe tornare utile in vista di eventuali problemi di differenza reti. I tre punti li portiamo a casa, l’onore anche e pure il piccolissimo spiraglio di non essere già matematicamente out dalla competizione. Sempre meglio di niente, in una stagione avara di gioie.
Qualche sorriso giunge dalle convocazioni in nazionale: Rustu e Steinarsson, portierini di età ma portieroni per presenze internazionali, sono confermati; tra i difensori Fedorchenko, Yum, Kjellgren e Brito non perdono colpi; a centrocampo Nestor, Kane, Rosado e Ndiaye volano nei loro paesi; davanti Alex, Shah, Spoor, Scharner e la sorpresa Feilhaber difenderanno i propri colori. Sono soddisfazioni.
Scendiamo in campo contro AC Vostra, team che non ha puntato su questa competizione; dal canto nostro scendiamo in campo a ranghi misti, dando spazio a quale giovane. In porta c’è Steinarsson, dietro alla difesa a quattro composta da Brito, Vilallba, Kjellgren e Vedder; in mezzo al campo Nestor supporta Kane e Reis; tridente meraviglia con Alex, Shah e Smiljanic.
Fin dalle prime battute mostriamo i denti, al punto che la rete del vantaggio arriva al 33’ e i nostri avversari ancora non hanno fatto capolino nella nostra area (ma questo trend si manterrà fino al fischio finale). A rompere il ghiaccio è Alex, imitato dopo soli 6’ dal mediano Nestor. L’assenza totale di AC Vostra in campo viene smentita dal fatto che ci viene concesso un rigore, segno evidente che qualcuno, contro di noi, sta giocando: al 44’ è ancora Alex a cacciarla dentro. La prima frazione si chiude sul 3-0 e due gialli per Brito e Vedder, anche se non si è capito contro chi si siano scagliati. La ripresa trascorre all’insegna della noia, con il sussulto del giallo per Shah e l’incapacità di arrotondare il risultato, cosa che potrebbe tornare utile in vista di eventuali problemi di differenza reti. I tre punti li portiamo a casa, l’onore anche e pure il piccolissimo spiraglio di non essere già matematicamente out dalla competizione. Sempre meglio di niente, in una stagione avara di gioie.
Qualche sorriso giunge dalle convocazioni in nazionale: Rustu e Steinarsson, portierini di età ma portieroni per presenze internazionali, sono confermati; tra i difensori Fedorchenko, Yum, Kjellgren e Brito non perdono colpi; a centrocampo Nestor, Kane, Rosado e Ndiaye volano nei loro paesi; davanti Alex, Shah, Spoor, Scharner e la sorpresa Feilhaber difenderanno i propri colori. Sono soddisfazioni.
Sempre in scia a Venticello
Shah è squalificato, ma per la partita finale del girone di ritorno il mister sceglie di dare spazio alle seconde linee. Sfidiamo un BOT, dovrebbe essere una partita facile. In porta c’è Steinarsson; difesa con Yum e Vedder in fascia, mentre la coppia centrale vede Yang e Calabuig; a centrocampo Lyberopoulos, Kane e Reis; tridente con Feilhaber, Spoor e Strouhal.
Le prima scorribande offensive dei gialloneri seminano lo scompiglio nella difesa avversaria, che cede ben presto sotto il doppio colpo di Feilhaber e Vedder: se la rete della giovane punta americana non arriva inaspettata, la prima segnatura in carriera del terzino tedesco neopromosso è una perla su calcio d’angolo. Siamo solo al 14’ e già il tabellone indica il 2-0 per noi. Se il match si è reso in discesa, al 20’ anche il BOT ci dà un’ulteriore mano: rimane in dieci. Purtroppo alla mezzora esce Yum, ma subentra un altro nazionale, Kjellgren, per cui non dovremmo perdere qualità. Il campo, in realtà, racconta una storia diversa: allentiamo la presa e il sussulto maggiore è nella ripresa, quando al 58’ Spoor trasforma un rigore e fissa quel 3-0 che ci accompagnerà fino alla fine, nonostante qualche vano tentativo di riscossa dei nostri avversari.
Vinciamo noi, vince Venticello: restiamo secondi a -1, ma al prossimo turno la Malebolge Arena ospiterà la capolista. Vediamo se riusciremo ad abbattere la nostra bestia nera.
Le prima scorribande offensive dei gialloneri seminano lo scompiglio nella difesa avversaria, che cede ben presto sotto il doppio colpo di Feilhaber e Vedder: se la rete della giovane punta americana non arriva inaspettata, la prima segnatura in carriera del terzino tedesco neopromosso è una perla su calcio d’angolo. Siamo solo al 14’ e già il tabellone indica il 2-0 per noi. Se il match si è reso in discesa, al 20’ anche il BOT ci dà un’ulteriore mano: rimane in dieci. Purtroppo alla mezzora esce Yum, ma subentra un altro nazionale, Kjellgren, per cui non dovremmo perdere qualità. Il campo, in realtà, racconta una storia diversa: allentiamo la presa e il sussulto maggiore è nella ripresa, quando al 58’ Spoor trasforma un rigore e fissa quel 3-0 che ci accompagnerà fino alla fine, nonostante qualche vano tentativo di riscossa dei nostri avversari.
Vinciamo noi, vince Venticello: restiamo secondi a -1, ma al prossimo turno la Malebolge Arena ospiterà la capolista. Vediamo se riusciremo ad abbattere la nostra bestia nera.
Fuori da tutto
Questo potrebbe essere il match che deciderà il campionato, sebbene siamo solamene alla prima di ritorno: sul campo della Malebolge Arena i gialloneri sfidano la capolista Venticello, che ci sopravanza di un punto. Il mister schiera il top del momento, che corrisponde ai seguenti nomi: Rustu in porta; difesa, da destra a sinistra, che vede Yum, Fedorchenko, Villalba e Kjellgren; centrocampo con Nestor alle spalle di Kane e Ndiaye; tridente meraviglia con Alex e Scharner a servire l’ariete Gabrielsen.
Si parte e già notiamo che la forma fisica non ci assiste: l’impegno su tre fronti ci ha succhiato le energie, ma cercheremo di dare il massimo. Nonostante tutte le buone intenzioni, l’esito è dato da quello che si vede sul campo da gioco: non vediamo l’area avversaria nemmeno da distante, arroccandoci nella nostra metà campo. Qualche vampata offensiva in mezzo al dominio assoluto, non finalizzato, della capolista. La baracca regge, ma l’uscita forzata di Fedorchenko al 41’, sostituito da Yang, cambia le dinamiche difensive. Portiamo lo 0-0 all’intervallo, ma a inizio ripresa un’accelerata di Venticello, nelle vesti di Pardo, ci manda inequivocabilmente al tappeto, dando il meritato doppio vantaggio: 0-2 al 54’ e partita in estrema salita. Come è normale che sia, Venticello rallenta e noi prendiamo coraggio, iniziando a costruire quelle azioni che non abbiamo fatto fino ad ora: capitalizziamo la reazione al 73’ con la rete di Gabrielsen che dimezza lo svantaggio, ma è un fuoco di paglia. Il fischio finale decreta non solamente la nostra sconfitta, sulla quale non c’è da recriminare, ma anche il virtuale scudetto, alla prima del girone di ritorno, per Venticello: ora ci separano 4 punti, ma ci sono solamente BOT da affrontare da qui alla fine del torneo russo e difficilmente il team di Lupoviola, imbattuto fino a oggi, conoscerà due volte il sapore della sconfitta.
A conti fatti, stagione davvero pessima per i gialloneri, esclusi da ogni competizione possibile.
Si parte e già notiamo che la forma fisica non ci assiste: l’impegno su tre fronti ci ha succhiato le energie, ma cercheremo di dare il massimo. Nonostante tutte le buone intenzioni, l’esito è dato da quello che si vede sul campo da gioco: non vediamo l’area avversaria nemmeno da distante, arroccandoci nella nostra metà campo. Qualche vampata offensiva in mezzo al dominio assoluto, non finalizzato, della capolista. La baracca regge, ma l’uscita forzata di Fedorchenko al 41’, sostituito da Yang, cambia le dinamiche difensive. Portiamo lo 0-0 all’intervallo, ma a inizio ripresa un’accelerata di Venticello, nelle vesti di Pardo, ci manda inequivocabilmente al tappeto, dando il meritato doppio vantaggio: 0-2 al 54’ e partita in estrema salita. Come è normale che sia, Venticello rallenta e noi prendiamo coraggio, iniziando a costruire quelle azioni che non abbiamo fatto fino ad ora: capitalizziamo la reazione al 73’ con la rete di Gabrielsen che dimezza lo svantaggio, ma è un fuoco di paglia. Il fischio finale decreta non solamente la nostra sconfitta, sulla quale non c’è da recriminare, ma anche il virtuale scudetto, alla prima del girone di ritorno, per Venticello: ora ci separano 4 punti, ma ci sono solamente BOT da affrontare da qui alla fine del torneo russo e difficilmente il team di Lupoviola, imbattuto fino a oggi, conoscerà due volte il sapore della sconfitta.
A conti fatti, stagione davvero pessima per i gialloneri, esclusi da ogni competizione possibile.
Le competizioni internazionali
Ultimo, inutile, turno del girone di UFFA, dalla quale siamo già esclusi, dopo il trionfo dello scorso anno. Sfidiamo un BOT, così in campo il mister può dare sfogo e spazio ai meno utilizzati. Sfoggiamo un undici davvero di ripiego, ma per far riposare i top succede anche questo, quando si riesce: in porta Steinarsson; difesa con Calabuig, Brito, Vedder e Yang; l’eroe nazionale Garcia in regia, dietro a Rosado e Reis; tridente con Feilhaber, Smiljanic e Spoor.
Si parte forte, con una tensione elevata, nonostante in palio non ci sia proprio niente, neanche l’onore: a risentirne maggiormente è proprio l’ineffabile Garcia, che impiega 7’ per insultare il quarto uomo, beccarsi il rosso e permettere ai nostri avversari di passare in vantaggio nell’azione successiva. Partenza con il botto, seguita da uno sterile possesso palla giallonero che non viene finalizzato. Come è giusto che sia, alla seconda azione degna di nota i nostri sfidanti arrivano in area, si guadagnano un rigore e lo trasformano, proprio allo scadere della prima frazione di gioco. Andiamo negli spogliatoi con il morale a terra, ma la scossa non arriva. Nella ripresa solamente al 58’ ci rendiamo pericolosi con Rosado, mentre l’evento successivo degno di nota è l’infortunio di Feilhaber, che lascia il posto a Shah. Il BOT prende coraggio, noi ci agitiamo ancor più per la figuraccia che stiamo rimediando e Smiljanic mette la ciliegina sulla torta, facendosi cacciare a sua volta all’84’. Il fischio finale è una liberazione da questa UFFA così gravida di amarezza per noi. In una stagione siamo passati da vincitori a esclusi dai gironi, concludendo l’avventura con un match come questo. Bisogna iniziare a ricostruire.
Palcoscenico World League, dove uno spiraglio di passaggio del turno ancora sussiste. Sul ostro cammino c’è il Decaro, certamente non l’ultima arrivata, ma in una competizione che raccoglie i top team non ci si può attendere di meno. Mister Kiplagat schiera una formazione degna di nota, pescando il meglio che ci sia al momento (assente il solo Feilhaber per infortunio). Tra i pali Rustu; difesa classica a quattro con Yum e Kjellgren in fascia, mentre al centro la coppia collaudata Villalba – Fedorchenko; Nestor in mediana, dietro a Kane e Ndiaye; tridente con Gabrielsen a fare da finalizzatore per le ali Alex e Scharner.
Memori della misera partita di ieri, i gialloneri iniziano a mordere l’erba fin dai primi tocchi, lasciando basiti gli avversari: al 4’ Alex porta a compimento un’azione corale e la sblocca per noi, regalandoci il vantaggio e spianando la strada a un match basato sul controllo e sul correre meno rischi possibili. Al 10’ giallo per Kjellgren, costretto al duro intervento per arginare il ritorno del Decaro, deciso a vendere cara la pelle e a giocarsi le sue chance di passaggio. Il cambi odi Yum al 30’, che cede il posto a Calabuig, va a interrompere una serie di affondi del team di Mich, padrone del campo, ma non del risultato. Teniamo duro fino all’intervallo, quando possiamo riprendere fiato e organizzare la resistenza a oltranza. La ripresa è una prosecuzione del primo tempo, ma con il passare dei minuti riguadagniamo campo e pericolosità, sebbene non ci riesca il raddoppio che chiuderebbe la partita. Non ci sbilanciamo e ci giochiamo il giallo con Nestor, muro davanti alla difesa che si immola per evitare guai peggiori. Al fischio finale possiamo dirci soddisfatti, nonostante l’esclusione dalla semifinale per una mera questione di differenza reti: c’è stata una bella reazione al trend del momento, riuscendo quasi a ribaltare una competizione nella quale eravamo partiti malissimo. I gialloneri non si spengono.
Non siamo del tutto da buttare.
Si parte forte, con una tensione elevata, nonostante in palio non ci sia proprio niente, neanche l’onore: a risentirne maggiormente è proprio l’ineffabile Garcia, che impiega 7’ per insultare il quarto uomo, beccarsi il rosso e permettere ai nostri avversari di passare in vantaggio nell’azione successiva. Partenza con il botto, seguita da uno sterile possesso palla giallonero che non viene finalizzato. Come è giusto che sia, alla seconda azione degna di nota i nostri sfidanti arrivano in area, si guadagnano un rigore e lo trasformano, proprio allo scadere della prima frazione di gioco. Andiamo negli spogliatoi con il morale a terra, ma la scossa non arriva. Nella ripresa solamente al 58’ ci rendiamo pericolosi con Rosado, mentre l’evento successivo degno di nota è l’infortunio di Feilhaber, che lascia il posto a Shah. Il BOT prende coraggio, noi ci agitiamo ancor più per la figuraccia che stiamo rimediando e Smiljanic mette la ciliegina sulla torta, facendosi cacciare a sua volta all’84’. Il fischio finale è una liberazione da questa UFFA così gravida di amarezza per noi. In una stagione siamo passati da vincitori a esclusi dai gironi, concludendo l’avventura con un match come questo. Bisogna iniziare a ricostruire.
Palcoscenico World League, dove uno spiraglio di passaggio del turno ancora sussiste. Sul ostro cammino c’è il Decaro, certamente non l’ultima arrivata, ma in una competizione che raccoglie i top team non ci si può attendere di meno. Mister Kiplagat schiera una formazione degna di nota, pescando il meglio che ci sia al momento (assente il solo Feilhaber per infortunio). Tra i pali Rustu; difesa classica a quattro con Yum e Kjellgren in fascia, mentre al centro la coppia collaudata Villalba – Fedorchenko; Nestor in mediana, dietro a Kane e Ndiaye; tridente con Gabrielsen a fare da finalizzatore per le ali Alex e Scharner.
Memori della misera partita di ieri, i gialloneri iniziano a mordere l’erba fin dai primi tocchi, lasciando basiti gli avversari: al 4’ Alex porta a compimento un’azione corale e la sblocca per noi, regalandoci il vantaggio e spianando la strada a un match basato sul controllo e sul correre meno rischi possibili. Al 10’ giallo per Kjellgren, costretto al duro intervento per arginare il ritorno del Decaro, deciso a vendere cara la pelle e a giocarsi le sue chance di passaggio. Il cambi odi Yum al 30’, che cede il posto a Calabuig, va a interrompere una serie di affondi del team di Mich, padrone del campo, ma non del risultato. Teniamo duro fino all’intervallo, quando possiamo riprendere fiato e organizzare la resistenza a oltranza. La ripresa è una prosecuzione del primo tempo, ma con il passare dei minuti riguadagniamo campo e pericolosità, sebbene non ci riesca il raddoppio che chiuderebbe la partita. Non ci sbilanciamo e ci giochiamo il giallo con Nestor, muro davanti alla difesa che si immola per evitare guai peggiori. Al fischio finale possiamo dirci soddisfatti, nonostante l’esclusione dalla semifinale per una mera questione di differenza reti: c’è stata una bella reazione al trend del momento, riuscendo quasi a ribaltare una competizione nella quale eravamo partiti malissimo. I gialloneri non si spengono.
Non siamo del tutto da buttare.
Tris in un quarto d'ora
Giorno festivo in cui Dio riposa, ma i ct delle nazionali no: i portieri Rustu e Steinarsson sono richiesti in Turchia e Islanda; tra i difensori, Yum vola in Corea del Sud, Fedorchenko in Ucraina, Kjellgren in Svezia e Brito in Cile, dove aleggia ancora lo spettro di Garcia; in mezzo al campo Nestor se va in Messico, Kane in Cina, Rosado in Spagna e Ndiaye in Senegal; l’attacco offre un sacco di giocatori, ossia Scharner e Gabrielsen in Norvegia, Alex in Portogallo, Spoor in Austria e Shah in Camerun.
Approda in prima squadra Cosimo Ferrari, M C italiano che scalza dalle gerarchie Lyberopoulos, finito all’asta. Ecco la sua scheda.

Si torna al campionato con la trasferta a Palermo, un BOT sotto mentite spoglie. C’è clima di fiducia in squadra e scendono in campo coloro che hanno fatto meno presenze. L’undici titolare ha questi nomi: Steinarsson in porta; difesa con Brito, Yum, Yang e Vedder; centrocampo che vede debuttare Ferrari, accompagnato da Reis e Rosado; tridente, orfano di Feilhaber infortunato, con Spoor, Smiljanic e Strouhal.
Il Palermo, forse contando sul fattore campo, parte tranquillo nel suo gioco e noi gliela facciamo pagare subito. Primo affondo al 4’ e Strouhal insacca, pur ciabattando malamente. Secondo affondo al 10’ e Ferrari glorifica l’esordio assoluto in prima squadra trovando l’incrocio dei pali e il conseguente raddoppio per noi. Al 14’ ancora Strouhal piazza il tiro a effetto e gonfia ancora la rete. In neanche un quarto d’ora ci ritroviamo sul 3-0, con il 100% nella percentuale di realizzazione. Come è ovvio che sia, ci accomodiamo in attesa della reazione avversaria, visto che la nostra parte la abbiamo già compiutamente fatta. Il Palermo, però, non si applica, e da segnalare c’è l’entrata di Calabuig per Brito, ma nessun attacco degno di nota dei padroni di casa. La ripresa dovrebbe avere un’altra musica, ma alla resa dei conti c’è solamente il nostro assoluto controllo sul match, con qualche sprazzo avversario e nulla più.
Ci portiamo a casa i tre punti, che non fanno che confermare la seconda piazza nel campionato russo, e danno morale ai nostri. Non ci rimane che questa competizione, dove ci dovremo accontentare della seconda posizione, a meno di assurdi harakiri di Venticello.
Approda in prima squadra Cosimo Ferrari, M C italiano che scalza dalle gerarchie Lyberopoulos, finito all’asta. Ecco la sua scheda.

Si torna al campionato con la trasferta a Palermo, un BOT sotto mentite spoglie. C’è clima di fiducia in squadra e scendono in campo coloro che hanno fatto meno presenze. L’undici titolare ha questi nomi: Steinarsson in porta; difesa con Brito, Yum, Yang e Vedder; centrocampo che vede debuttare Ferrari, accompagnato da Reis e Rosado; tridente, orfano di Feilhaber infortunato, con Spoor, Smiljanic e Strouhal.
Il Palermo, forse contando sul fattore campo, parte tranquillo nel suo gioco e noi gliela facciamo pagare subito. Primo affondo al 4’ e Strouhal insacca, pur ciabattando malamente. Secondo affondo al 10’ e Ferrari glorifica l’esordio assoluto in prima squadra trovando l’incrocio dei pali e il conseguente raddoppio per noi. Al 14’ ancora Strouhal piazza il tiro a effetto e gonfia ancora la rete. In neanche un quarto d’ora ci ritroviamo sul 3-0, con il 100% nella percentuale di realizzazione. Come è ovvio che sia, ci accomodiamo in attesa della reazione avversaria, visto che la nostra parte la abbiamo già compiutamente fatta. Il Palermo, però, non si applica, e da segnalare c’è l’entrata di Calabuig per Brito, ma nessun attacco degno di nota dei padroni di casa. La ripresa dovrebbe avere un’altra musica, ma alla resa dei conti c’è solamente il nostro assoluto controllo sul match, con qualche sprazzo avversario e nulla più.
Ci portiamo a casa i tre punti, che non fanno che confermare la seconda piazza nel campionato russo, e danno morale ai nostri. Non ci rimane che questa competizione, dove ci dovremo accontentare della seconda posizione, a meno di assurdi harakiri di Venticello.
Come raccattare punti inutili
Malebolge Arena teatro di un match contro un BOT, tanto per cambiare, sull’unico palcoscenico ancora attivo per noi, il campionato. Non si forza: spazio a tutti. Mister Kiplagat sceglie Steinarsson in porta, difeso da Fedorchenko, Brito, Yang e Vedder; centrocampo con Ferrari vertice basso e coppia Reis – Rosado al centro; tridente Spoor, Smiljanic e Strouhal.
Ci si attendeva un inizio arrembante, invece assistiamo a scontri a fuoco: tre gialli nei primi 10’, tra cui i nostri Rosado e Vedder. Dopo questo ardore agonistico, fortunatamente, troviamo la quadratura del cerchio e il gioco si fa decisamente migliore, con la nostra insistente presenza nella metà campo avversaria. La pressione sfocia nella rete acrobatica di Smiljanic, che esalta i tifosi assiepati sugli spalti, fedeli anche in questa partita del tutto ininfluente per le sorti della squadra, destinata alla qualificazione in UFFA. A inizio ripresa perdiamo Strouhal, al quale subentra Shah: anche i secondi 45’ sono a senso unico, con l’unica differenza di non trovare il raddoppio, che sarebbe stato del tutto meritato. Al fischio finale mettiamo in saccoccia i tre punti, che ci permettono di restare a -4 da Venticello, implacabile in ogni sua partita.
Noi restiamo fare da spettatori, in seconda piazza, mangiando i pop corn.
Nelle giovanili approda, nel mentre, il 16enne C C inglese Brown. Ecco la sua scheda.

Ci si attendeva un inizio arrembante, invece assistiamo a scontri a fuoco: tre gialli nei primi 10’, tra cui i nostri Rosado e Vedder. Dopo questo ardore agonistico, fortunatamente, troviamo la quadratura del cerchio e il gioco si fa decisamente migliore, con la nostra insistente presenza nella metà campo avversaria. La pressione sfocia nella rete acrobatica di Smiljanic, che esalta i tifosi assiepati sugli spalti, fedeli anche in questa partita del tutto ininfluente per le sorti della squadra, destinata alla qualificazione in UFFA. A inizio ripresa perdiamo Strouhal, al quale subentra Shah: anche i secondi 45’ sono a senso unico, con l’unica differenza di non trovare il raddoppio, che sarebbe stato del tutto meritato. Al fischio finale mettiamo in saccoccia i tre punti, che ci permettono di restare a -4 da Venticello, implacabile in ogni sua partita.
Noi restiamo fare da spettatori, in seconda piazza, mangiando i pop corn.
Nelle giovanili approda, nel mentre, il 16enne C C inglese Brown. Ecco la sua scheda.
